C’è un termine che l’enocritico-winelover-enoappasionato non deve mai usare per descrivere un vino: emozionante. A costoro un vino non può suscitare emozione e se lo fa, non si dice e se lo si dice parte in automatico Anna Oxa che ruggisce con “Un’emozione da poco” e a seguire cori angelici, il che è già stridente di suo. Appena erompono le prime sillabe “emo…” il portafogli inizia a sussultare al ricordo di quei 1500 euro spesi per il corso da sommelier in cui si è imparato a descrivere un vino come “equilibrato, intenso, complesso, fine, armonico, 99/100 (100/100 solo Parker o Luca Gardini) che tu vanifichi con quella vaga, insignificante, infantile esternazione. Se sei un maschietto e dichiari emozione dinanzi ad un vino susciti quache dubbio sulla tua integerrima mascolinità, se sei una femminuccia, be’..sei una femminuccia cosa pretendiamo?!? In entrambi i casi non sai proprio discettare di vino.
Per non sbagliare, l’enocritico-winelover-enoappassionato vero esclude dal volcabolario personale i termini emozione e emozionante: ad esempio, lui o lei non dirà mai di provare un’emozione davanti ad un tramonto, ma ne parlerà con fiera competenza descrittiva dicendo che si presenta di colore tenue tendente al violetto con sfumature che via via si fanno sempre più scure fino ad invadere l’etere di un rosso fuoco che si allarga come fiamma vibrante nel blu del cielo per poi lasciare spazio al finale cupo e tenebroso della notte.
Ammettiamolo: a chi non è sfuggita l’incriminata parolina, almeno una volta? Perché l’alcol, si sa, si prende gioco di te e ti fa aprire bocca proprio quando dovresti star zitto, soprattutto quando ti viene quell’esternazione di pancia che in un solo colpo ti rovina la reputazione di enocritico serio e competente.
Io ammetto di averla pronunciata e ricordo anche per quale vino, ma non lo rivelo per non comprometterlo con il mio scivolone semantico.
Avrei la soluzione, l’antidoto alla venefica parola: quando essa fa capolino sulla lingua e sta per uscirvi in luogo pubblico (ma ciò vale anche in privato, anzi, dovete esercitarvi in solitaria) provate a sostituirla con supercalifragilistichespiralidoso. Lanciatevi con il nuovo, infallibile, descrittore e dite: “questo è un vino supercalifragilistichespiralidoso, senza alcun dubbio!” Nessuno potrà contestarvi, ve lo garantisco. E la vostra, la nostra reputazione è salva.
P.S.: Pare che nella versione inglese il termine “supercalifragilisticexpialidocious” un significato lo avesse…andatevelo a leggere.
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